AL DI LA' DI ME...
Stare sulla soglia è ormai
sempre più l’atteggiamento che ognuno di noi è tentato di avere nelle occasioni
che passano davanti alla soglia della nostra vita. Stare a guardare e non decidere,
aspettando cosa fanno gli altri, vedendo che cosa succede, lasciando che siano
altri - chissà poi chi - a decidere per noi. Lo stare sulla soglia non riguarda
solo alcuni momenti, ma ormai anche tutti gli aspetti della vita sociale,
religiosa, famigliare, personale. Non siamo più capaci di andare oltre, di
deciderci, di partecipare, di intervenire, e rimaniamo sulla soglia a
osservare, ad attendere…e vedremo che cosa poi succederà.
Ma intanto le paure e i
timori, le incertezze e i dubbi, i tentennamenti e le illusioni hanno già fatto
succedere in noi la condizione di deformarci in un’ identità diversa dalla
nostra: non siamo più noi stessi: siamo ormai le persone della soglia, che
stanno sempre più in bilico, in un pericoloso equilibrio che si trasforma in
compromesso, in anonimato e in indifferenza…tutte cose che si accrescono sempre
più, pesandoci addosso, seppellendoci.
La scommessa vitale,
pasquale, resurrezionale, rasserenante me e tutto attorno è lasciarmi condurre
al di là di me, oltre la soglia del mio non essere ancora pienamente io. Già!… Ma
chi, o che cosa mi può aiutare a decidermi per iniziare a fare io il primo
passo?
La tomba. La mia tomba
vuota. Il mio essere tomba vuota di me. Mi manco! Non ci sono!
Proprio così: osservando
bene questa soglia, che sta per farmi trasformare in tomba di me stesso,
proprio questo esame della coscienza sul mio essere finito sulla soglia, da qui
scatta la decisione di fare il primo passo, di superare la soglia mortifera e
mortale di tutto. Riprendendo l’energia per la vita, per la resurrezione, per
riuscire a uscire dalla situazione della morte, ed essendo così in grado di
affrontare la vita e la morte non come due cose a sè stanti, ma come due
gemelle, due facce della stessa medaglia, due tasselli di un unico puzzle, due
momenti che si ripresentano giorno per giorno, mentre io vado avanti con i miei
passi, per un cammino nuovo, rinnovato e rinnovante, per me, per tutti, e per
tutto.
La soglia, come la tomba
vuota, non sono che provocazioni: se non esaminate, mi deformano a loro
immagine, facendomi morire in ogni situazione; ma se considerate prove per me,
renderanno a me stesso la vocazione del mio essere io, aiutandomi – nella buona
e nella cattiva sorte – a procedere sempre più verso quella serenità che la vita
mi dona, ogni giorno, sempre più di ieri e sempre meno di domani…e proprio verso
là: al di là di me.
COSCIENZA CORRENTE & CORRENTE INCONOSCENTE
Lo scorrere della corrente della coscienza è fondamento della saggezza umana.
Fermare la coscienza come energia non è possibile, in quanto ogni interruzione crea un blocco peccaminoso che fa da ostacolo all'identità della persona, inquinando la stessa coscienza ad effetto di boomerang.
La coscienza resa conoscenza è possibile solo a un 10% della sua trasformazione, in quanto oltre questo indicativo margine si invaderebbe con l'intelletto la sfera del mistero che in quanto tale resta una energia sempre in evoluzione e quindi impenetrabile in modo fisso, impossibile quindi di conseguenza ad essere oggetto di indagine e di approfondimento.
Solo lo scorrimento dell'energia corrente e incosciente della coscienza garantisce alla piena umanità della persona di irradiarsi, di essere recettiva, e quindi di rigenerarsi, accedendo al progresso di sé e di tutto attorno.
La saggezza in fin dei conti dista alquanto dalla conoscenza alla sua radice, in quanto attinge a una forma di energia non destinata a farsi nota e esaminabile oltre la sua coltre superficiale.
Ogni tentativo che miri a rendere intellegibile e razionabile la saggezza è destinato a far finire in emorragia la stessa ricerca del senso.
Mentre, per assurdo, accettando come limite della conoscenza l'emorragia del senso di ogni cosa, si può accedere all'esperienza della coscienza come energia corrente, rinnovante e progressiva.
In questo senso, ogni percezione del limite a livello di coscienza e non di conoscenza, attiva il progresso umano, mentre la possibilità esaltata in sé stessa porta come conseguenza la deformazione dell'identità umana e dell'universo, al senso quindi della delusione e alla stanchezza, alla sfinitezza di una ricerca che ha come oggetto soltanto illusioni e chimere.
La coscienza corrente - accolta in sé,in modo naturale e senza artificio - è quindi una corrente inconoscente, che rispettata come mistero, garantisce il progresso e l'equilibrio universale.
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